Questione di vita #1

Con questo pensiero, inizierà una serie di riflessioni che riguardano l’analisi di problemi concreti in cui ci siamo imbattuti tenendo un corso di teatro per bambini provenienti da una scuola elementare di Settimo Torinese, e il dibattito che ne è derivato.

Che recitare sia una questione di vita, ce ne siamo accorti a nostre spese. Abbiamo trascorso la maggior parte delle lezioni ad insegnare ai nostri allievi a leggere il materiale che volevano portarci. Sono convinto che questo corso sia servito più a noi, che a loro. Man mano che si susseguivano le lezioni, ho infatti avvertito su di me lo stillicidio delle campanelle. Credo che non fossi il solo a provarlo. Non perché attore o regista ci devi nascere. Piuttosto perché abbiamo compreso che recitare - fare acting - sia una questione di vita, dal momento leggere è una questione di vita. E noi richiedevamo ai bambini di fare un salto in avanti nello sviluppo delle loro capacità intellettive.

L’osservazione fondamentale su cui ci siamo soffermati riguarda una questione che potrebbero sollevare proprio i bambini. Leggere è una cosa da grandi. La recitazione richiede una sviluppata capacità di lettura: leggere richiede prima di tutto di avere dimestichezza con le parole e i significati a cui rimandano. Non ha nulla a che vedere con fare sport oppure studiare uno strumento musicale. Queste richiedono capacità performative che i bambini non possedevano nella lettura.

Ai nostri allievi abbiamo proposto di usare come testo di riferimento “Il mago di Oz” di L. Frank Baum; un classico per ragazzi che la maggior parte di loro ha apprezzato. Malgrado ciò, ci è sembrato di imbatterci in difficoltà che esulano dalla scelta del testo. Che si tratti di letteratura per bambini o per adulti, sono sottesi alla lettura sempre gli stessi problemi. I bambini non sapevano restituire ad alta voce neppure il significato che avevano impresso negli elaborati scritti di loro pugno. Ci siamo quindi proposti di capire quali fossero le capacità che fossero necessarie ad una buona lettura di un testo.


FABRIZIO WALTER ARTERO